FARMACIE, IL MAGAZZINO DIVIDE LA MAGGIORANZA. BRINI, “BAIONI PERCHÉ TACI?”

Sulla chiusura del magazzino delle farmacie comunali è diviso il Cda di Atac e monta lo scontento tra quei consiglieri comunali della destra che dell’operazione che si è intestato il presidente dell’Atac Belvederi (Fratelli d’Italia) hanno saputo a cose fatte. E’ il resoconto degli umori di Palazzo Sforza dopo una riunione di maggioranza e ora anche Ottavio Brini, che della farmacie comunali è stato ex presidente nel primo scorcio dell’amministrazione Ciarapica, esce allo scoperto per chiedere che vengano resi noti i numeri di bilancio che supportano la decisione di chiudere il magazzino. E’ chiaro che sulla questione delle farmacie si stanno consumando anche faide politiche interne alla maggioranza, con Brini che non pone solo la questione dei bilanci, ma anche della credibilità del programma con cui la destra e Forza Italia hanno chiesto e preso voti. Tanto che chiama in causa il capogruppo di FI in consiglio comunale, Giuseppe Baioni, per ricordagli l’impegno preso a nome del partito in campagna elettorale e alla presenza del sindaco, dei farmacisti e dei magazzinieri, a non vendere farmacie e deposito e a tutelare i livelli occupazionali, a proposito dei quali si sta svolgendo in questi giorni un concorso indetto dall’Atac di Civitanova per la selezione a tempo indeterminato di due farmacisti (le prove orali si sono concluse ieri) e tra i 107 candidati c’è anche la figlia di quel Baioni a cui Brini chiede conto del suo silenzio e chiede di chiarire se è d’accordo o meno sulla chiusura del magazzino e se ha cambiato idea rispetto alle promesse fatte alla città. Domande legittime e oltre tutto pongono la destra e Forza Italia davanti a contraddizioni che emergono in tutta la loro evidenza anche quando si fa il confronto tra il Ciarapica pre elezioni e il Ciarapica sindaco. Era il 18 settembre del 2013 quando in un post facebook scrisse “abbiamo un magazzino moderno e funzionale, con possibilità di vendita all’ingrosso”. Come giustifica quell’entusiasmo e la scelta, oggi, della chiusura?

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