DON GIOVANNI LASCIA LA PARROCCHIA DI SAN MARONE. LA NUOVA CHIESA LO RICORDERÀ PER SEMPRE.

Don Giovanni Molinari dopo dieci anni di guida spirituale della parrocchia di San Marone è chiamato altrove per continuare il suo cammino di Salesiano. E il momento più alto del commiato avverrà sabato 15 settembre con la messa vespertina delle ore 19 nella chiesa di Maria Ausiliatrice , la cui costruzione si deve anche al suo tenace impegno. Gli subentrerà don Waldemar Niedziolka, parroco della chiesa Cristo Re di Sulmona: ha 54 anni ed è originario della Polonia, ma italianissimo da tanto tempo. La parrocchia e la città saranno ben liete di dargli il più affettuoso benvenuto.
Don Giovanni lascia indubbiamente un bel ricordo della sua attività di direttore e parroco della popolosa realtà territoriale della città e molti parrocchiani ricordano ancora quella fredda e piovosa mattina del 29 gennaio 2012, quando avvenne la posa della prima pietra e in quel frangente, di palese commozione, sicuramente nessuno poteva immaginare quale sarebbe stato il risultato della realizzazione che stava per nascere e che si era vista solo nelle immagini del progetto dell’architetto Andrea Sopranzi. Il risultato, com’è sotto gli occhi di tutti, è stato notevole, abbellito recentemente nella pala dell’altare da quello splendido apporto del pittore Mauro Brattini, nel quale l’autore ha dato una sua efficace interpretazione a quello che viene definito il “Sogno delle due Colonne” di don Bosco. In brave sintesi, nel grande pannello s’intravvede l’immagine del Papa che guida una barca nel mare tempestoso della vita e con una catena, che sembra fuoriuscire dal dipinto, la lega all’ancora di una delle due colonne, quella dell’Ostia, ovvero della Chiesa. A poppa dell’imbarcazione, acque tranquille, placate dalla fede. sulle quali troneggia l’altra colonna, quella dell’Auxilium Christianorum: “Aiuto dei Cristiani”.
Da ricordare, nella bella storia della nuova chiesa, la consacrazione che avvenne il 27 maggio 2017, alla presenza dell’arcivescovo della diocesi di Fermo, mons. Luigi Conti e in quella circostanza don Giovanni scrisse nel depliant dei festeggiamenti, un testo nel quale evidenziò le difficoltà e la gioia dell’evento. “Quest’anno la nostra festa ha un tono tutto particolare – sottolineò nel testo: “Per una comunità che ha realizzato un sogno” – perché viene a coincidere con la consacrazione e l’inaugurazione della nuova chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice. Tanti anni di attesa, tanti anni di sacrifici ed eccoci al termine di un lungo cammino. C’è da ringraziare tutti per la solidarietà, il contributo fatto di semplici e grandi offerte e delle tante preghiere che ci hanno accompagnato in questi anni. Sento il dovere di ringraziare quanti sono stati parte attiva di questa opera complessa e impegnativa: il nostro Vescovo, la Curia di Fermo, i Salesiani passati e presenti, i progettisti, l’impresa, le ditte alle maestranze. Ma soprattutto la mia gratitudine va al Consiglio Pastorale Parrocchiale, che, con noi Salesiani, ha condiviso il progetto, le preoccupazioni, i timori e le gioie, e al Consiglio degli Affari Economici, per la sua competenza, i suggerimenti e l’attenta amministrazione. Con orgoglio possiamo dire che siamo rimasti dentro le spese preventivate senza minimamente sforare le cifre concordate con l’impresa e per contenere i costi preventivati, soprattutto per l’arredo della sagrestia degli uffici, non sono state affrontate spese particolari, contentandoci di servirci di mobili già esistenti”.
Don Giovanni, concluse nel suo messaggio a un particolare che vale la pena riportare: “Abbiamo iniziato la costruzione della chiesa il 24 febbraio 2014. La scelta è stata fatta dall’impresa senza che sapesse che il 24 di ogni mese, noi Salesiani lo dedichiamo al ricordo di Maria Ausiliatrice. La chiesa viene consacrata il 27 maggio a ridosso della festa in onore di Maria Ausiliatrice che cade il 24 maggio. In queste due ricorrenze ho visto la presenza dell’Ausiliatrice accanto a noi e il segno che Lei gradisce questa chiesa in suo onore qui a Civitanova Marche”.
Dieci anni d’impegno per don Giovanni alla guida della parrocchia e non sono pochi in una realtà ecclesiastica che conta poco più di sessanta anni di storia, da quando cioè quell’otto settembre 1951, come racconta don Giancarlo Manieri nello splendido “Lungo il fiume”, alcuni salesiani arrivarono a S. Marone, un santuario quasi abbandonato e danneggiato dalla guerra e dove in un bombardamento aveva trovato la morte il parroco don Nazzareno Franceschetti, e riuscirono ad avviare tutte le necessarie iniziative per dare splendore alla vita parrocchiale. Un decennio di attività per don Giovanni, un percorso portato avanti con le strutture interne della parrocchia, con le quali ha sempre collaborato attivamente: da lui, a volte, qualche richiamo, ma altro non era che un ammonimento di fede. (Vittorio De Seriis)
Nella foto: don Giovanni e l’architetto Sopranzi il giorno della prima visita alla nuova chiesa.

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