CRISI: CONFINDUSTRIA MACERATA, SIAMO SU ORLO PRECIPIZIO

orlo-precipizio“Siamo stanchi di persone che vogliono guidare il Paese senza saperlo fare. I nostri imprenditori sono ‘costretti’ a delocalizzare in Paesi stranieri, di certo attratti dall’assenza di burocrazia e di carichi fiscali che da noi sono altamente penalizzanti. Non possiamo più accettare che si facciano discorsi tesi a colpevolizzare gli imprenditori”. E’ duro l’attacco di Confindustria Macerata alla politica e alle istituzioni. Per gli industriali maceratesi “é arrivato il momento di dire basta. Basta agli incontri fatti di parole vuote, ai tavoli cosiddetti di lavoro, alle passerelle dei politici, alle promesse senza seguito. L’Italia è in ginocchio. La nostra provincia è piegata. Le istituzioni sono insensibili, la casta é arrogante, le forze politiche non credibili, il contesto delle scelte è segnato da un’immoralità diffusa, viviamo in un’assenza totale di strategie”.  “Il nostro grido di allarme – seguita Confindustria – non può essere rivolto solo alla politica, ormai totalmente sorda a ogni istanza. Ci rivolgiamo quindi all’opinione pubblica, a quella parte di società che come noi è affossata da non scelte e da incapacità di gestire la cosa pubblica. Siamo sull’orlo del precipizio”. Qualche responsabilità l’abbiamo anche noi, una tra tutte l’individualismo”, ammettono poi gli industriali, rilevando
però che le strade indicate per la ripresa – innovazione, internazionalizzazione, investimenti e risorse umane – “sono ridotte a sentieri ormai impraticabili per molte delle imprese”. Questo “a causa dei tanti nodi irrisolti, dalla pressione fiscale insostenibile su imprese e lavoratori, alla pubblica amministrazione che ostacola l’attività delle aziende con una burocrazia asfissiante, ai cronici ritardi nel pagamento dei crediti delle imprese, al credit crunch che condanna le aziende, anche quelle sane, e ne pregiudica l’esistenza”. “Abbiamo bisogno – conclude Confindustria Macerata – di persone che vogliano superare limiti ideologici e partitici, ormai privi di senso, italiani che sappiano guardare al concreto delle cose da realizzare. E’ l’ora del fare, da subito”.

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