#COSECHESIDICONO…VEGETARIANI PER CRISI?

Siamo sempre più attenti alla nostra alimentazione sia per la salute che per il piacere, senza dimenticare le tasche e cambiano di conseguenza anche le nostre abitudini.

Secondo l’ultimo rapporto Eurispes 2016 gli italiani che si dichiarano vegetariani sono il 7,1%, mentre i vegani, coloro che oltre alla carne e al pesce hanno tolto dalla loro alimentazione anche i prodotti di origine animale come formaggi, uova, latte, sarebbero l’1%.

Un dato che rileva un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni (6,5% nel 2014 e 5,7% nel 2015).

Le motivazioni addotte sono appunto di salute e benessere per circa il 46% degli intervistati, un altro 30% dichiara di aver scelto questa dieta per sensibilità verso il mondo animale, mentre per il 12% il motivo è il rispetto dell’ambiente.

Molti dietologi ormai sconsigliano l’uso eccessivo di carne rossa che aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, diabete, cancro, infarto. Intanto però a livello mondiale a fronte di un quasi insignificante calo di consumo, aumenta la produzione e si registra (dati Worldwatch Institute) un uso medio pro-capite annuo di 42.3 kg. Medio appunto perché la differenza tra i paesi ricchi e quelli in via di sviluppo è fortemente marcata: il salto è da 17.9 kg a 117 kg. Il 37% di tutta questa carne (109 milioni di tonnellate) deriva dai maiali che sono gli animali più immolati alla nostra fame. I maggiori produttori non stanno più nel Nord America ma in Asia e in Sud America.

In Italia il consumo medio si aggira intorno agli 85 kg. Nel 1961 erano 31 kg, nel 1981 erano 75 kg.

Ma sembra che qualcuno stia sperimentando altre strade culinarie: “Ho scoperto i fagioli”. Non è mai troppo tardi verrebbe da dire, considerando che sono un alimento dal profilo nutrizionale completo e apportano proteine, grassi, carboidrati, sono ricchi di fibra alimentare e privi di colesterolo, hanno una buona quantità di vitamine e sali minerali.

Il #cosechesidicono di questa settimana però non è di un vegetariano o di un vegano ma di una persona che ha semplicemente scelto di ridurre l’uso di carne senza eliminarla, infatti ha aggiunto: “la carne non più di una volta a settimana”.

La maggiore informazione, la diffusione mediatica che fa scegliere uno stile piuttosto che un altro quasi fosse una moda: i vegani, in particolare i cuochi sono saliti alla ribalta dopo la parodia di Crozza del cuoco crudista ispirato a Simone Salvini che arriva a dire che le verdure si offrono volontarie o chiede il silenzio altrimenti le melanzane si potrebbero svegliare.

Questi sono sicuramente fattori che incidono sulle nostre scelte, ma va considerato anche il fatto che il costo di un chilo di carne di vitello, ad esempio, varia dai 13 ai 18 euro, mentre un barattolo di fagioli borlotti da 370 gr non arriva a un euro. Non sarà che anche la crisi sta aiutando la causa degli animalisti?

Una risposta

  1. Annie Seri ha detto:

    D’accordo sulla riduzione del consumo di carne rossa ,ma mi permetto di far notare che fare la spesa in un supermercato biologico o in negozio macrobiotico significa spendere cifre molto spesso considerevoli perchè oltre ai fagioli ci sono il tofu ,la quinoa,i semi di lino ,le bacche di goji e una lunga lista di alimenti dai nomi suggestivi e dai costi elevati.Mangiare sano si deve e si può ma spesso a caro prezzo.

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