#COSECHESIDICONO…PER RIFIATARE

Sono giorni infuocati, non solo per le temperature. La sensazione forte è di essere minacciato, una sequela impressionante di tragedie ci si sta riversando addosso, anche di natura diversa, ma provoca sgomento, angoscia, senso di impotenza. Da tutto questo è necessario proteggersi, è un nostro diritto anche solo per poco sforzarci di spostare l’attenzione altrove. Quando ho sentito: “Ho bisogno di rifiatare”, proprio in riferimento a questo bersagliamento di morte e violenza, ho pensato che anch’io ne avevo proprio bisogno. Che cosa ci può far rifiatare se non la bellezza? Sono andata a cercare delle cose belle, e in questi giorni almeno sulla stampa sembrano ancor più difficile da scovare, ma con un po’ di pazienza le ho trovate, ne ho scelte tre che condivido con voi, sperando che provochino questa volta un sorriso di leggerezza.

(CBC News) Siamo in Corea del Sud, un gruppo di soldati, in azione sul territorio di confine con la Corea del Nord, una delle zone più militarizzate e pericolose del mondo, una volta a settimana dismette divise e stivali per indossare delle scarpette da danza e impugnando una sbarra anziché un fucile, studia passi da balletti classici. Certo le punte e i plié non sono paragonabili a quelli delle etoile ma lo sforzo fisico necessario è identico. La danza allevia loro lo stress e li proietta in uno spazio fuori dal tempo. Va ricordato che il gruppo ha già messo in scena Il lago dei Cigni. Prima o poi saranno invitati al nostro Civitanova Danza?

(Artribune) Siamo a Vienna, al Castello Belvedere, dove l’artista cinese di fama mondiale Ai Weiwei ha realizzato una installazione utilizzando 1005 giubbotti di salvataggio, scelti tra i circa 500 mila abbandonati nell’isola greco di Lesbo. Li ha riuniti a gruppi di 5 e ha formato 201 fiori di loto che galleggiano nello stagno del Castello a formare una gigantesca F, come “floating”, galleggiante. L’opera è di denuncia ma l’immagine è piena di poesia, il fiore di loto è un fiore sacro simbolo della vita, ed è piena di colore.

La terza notizia viene da casa nostra. E’ prevista nei prossimi giorni l’apertura di una mostra multimediale incentrata sul nostro concittadino più importante, Annibal Caro, per celebrare i 450 anni dalla sua morte. I curatori hanno annunciato che l’esposizione sarà accompagnata da una esperienza sensoriale. Mentre si guarderanno immagini che raccontano il grande letterato potremo godere di una essenza ispirata proprio dalla sua storia e dalla sua provenienza: un profumo a cui il profumerie Mauro Malatini ha dato il nome di Alma, come anima, proprio quella di Annibal Caro che forse ritroveremo rifiatando tra l’odore del mare e dei libri.

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