#COSECHESIDICONO…MA COS’È LA DESTRA COS’È LA SINISTRA

Non parliamo oggi della difficoltà o della confusione che hanno molti a distinguere tra destra e sinistra, un’operazione
neurologica complessa che spesso ha conseguenze gravi: se un medico interviene su un arto sbagliato ad esempio l’effetto può essere drammatico.

Parliamo invece di politica e di visione del mondo. Essere
di destra o essere di sinistra sembrano oggi posizioni sempre più ambigue e trasversali. Ricorderete che qualche anno fa furono chiamati da Fabio Fazio, nel programma “Vieni via con me”, l’allora Presidente della Camera Gianfranco Fini e l’allora segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani a raccontare i valori fondanti della destra e della sinistra. Sulla stampa nei giorni successivi qualcuno replicò sarcasticamente che se per caso si fossero scambiati i discorsi non ce ne saremmo accorti e che in pratica avevano ”detto
le stesse pregevoli cose”.

I due termini hanno origini lontane, bisogna risalire alle prime riunioni del parlamento francese dopo la rivoluzione quando a destra c’erano i filo monarchici e a sinistra i rappresentanti delle correnti più rivoluzionarie. Dopo la caduta del muro di Berlino hanno perso il loro significato ideologico e “da termini di contenuto sono diventati dei contenitori da riempire con valori adeguati al presente in cui viviamo” e sono anche diventati ispirazione per canzoni, vedi quella famosissima di Gaber che sferza con ironia la politica, riconducendo anche abitudini banali all’essere di una parte o di un’altra: il culatello è di destra, la mortadella è di sinistra!

Che sia in atto una contaminazione trasversale è palese a tutti, e se 5 anni fa si accusava Fini e Bersani di essere troppo vicini ora abbiamo un Berlusconi che accusa Renzi di attuare il suo programma.

Il disorientamento è diffuso e la dicotomia appare oggi restrittiva: dove collocare ad esempio i vari movimenti, a destra o a sinistra?

Eppure c’è ancora chi in queste due fazioni si riconosce e il #cosechesidicono di questa settimana è ispirato proprio da un breve ed essenziale dialogo: “Io sono di destra” – “Io sono di sinistra”.

Ma cosa ancora rappresentano? Qualche risposta divertente arriva dalla rete: “la sinistra crede nella pace, la destra non è che crede nella guerra ma è favorevole”, “della destra fanno parte quelli che hanno i soldi, della sinistra quelli che non ne hanno”; “eh ma non c’è solo destra e sinistra, c’è anche il centro e per dirla tutta anche il centro destra e il centro sinistra, siamo nel marasma più totale”; “ti consiglio un test così ti chiarisci le idee”.

Un test? Si un test (http://www.paginainizio.com/test/test.php?id=politica) che si prefigge di essere supporto utile alla scelta del voto e che ho provato a fare. Le domande si incentrano su scelte economiche, ambiente, lavoro, immigrazione, religione, aborto, droghe, sicurezza. Il profilo di “Destra” si presenta in sintesi così: “Le parole d’ordine che meglio rappresentano il tuo pensiero sono Dio, Patria, famiglia, sicurezza, libertà, individuo e giustizia; legge ed ordine sono nel tuo patrimonio ideale e devono essere mantenute con decisione e fermezza”.
Il profilo di “Sinistra” propone questa sintesi: “Temi e problematiche sensibili alla sinistra sono il rispetto e l’accettazione delle differenze (di nazionalità, di razza, di sesso ecc…), il sostegno prioritario alle fasce deboli della popolazione ed il rifiuto ostinato della guerra”.

Dicono che le democrazie più mature abbiano valori condivisi, diritti e doveri di convivenza civile, nel rispetto delle diversità, e che dove non ci sono scontri quotidiani meramente strumentali si può progettare meglio il futuro.

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