Non so bene quale sia stata l’occasione, ma qualche mese fa in tv mi è capitato di vedere uno speciale dedicato al referendum sul divorzio: era il 1974 e gli italiani furono chiamati alle urne per decidere se abrogare o meno la legge Fortuna-Baslini approvata dal Parlamento quattro anni prima. L’Italia cattolica, antidivorzista, democristiana si opponeva a quella legge perché riteneva che avrebbe messo in discussione la sopravvivenza della famiglia. Da una Tribuna Politica del maggio ’74 Berlinguer dichiarava: “non è tale legge che rompe le famiglie, essa è stata fatta solo per tener conto che purtroppo alcuni matrimoni possono fallire. Chi si trova in queste condizioni va punito o va aiutato? Ebbene la legge si propone di aiutarlo“. Lo speciale proponeva inoltre alcune dichiarazioni a favore del divorzio da parte di personaggi dello spettacolo, noti al grande pubblico, quasi dei Caroselli: appare un giovanissimo Gianni Morandi, un altrettanto giovane Gigi Proietti, Pino Caruso, Nino Manfredi. Il 12 maggio del ’74 si recarono alle urne l’87% degli aventi diritto, circa 33 milioni di italiani e il no all’abrogazione vince con il 60%. Quello che emerge dallo speciale è un clima di grande coinvolgimento, di partecipazione, seppur dialettica. Un tema fortemente sentito in tutto il Paese che sapeva di essere già oltre quella legge. Un clima emozionante, la consapevolezza di vivere un passaggio storico per la nazione che stava per conquistare e ufficializzare un diritto civile.
Erano anni di battaglie, anni di piombo, anni di ideologie. Forse quel clima si sta respirando in questi giorni se qualcuno si azzarda a dire: “A me sembra emozionante”, riferendosi al dibattito in corso sulle unioni civili. Un’emozione che trapela da più parti, dagli interventi in aula a partire da quello di Monica Cirinnà, il cui decreto porta il nome, che ha parlato di “politica di umanità” ricordando “la sensibilità alle mille sfumature dell’universo familiare” che hanno avuto alcune grandi donne della nostra Repubblica Nilde Iotti, Lina Merlin, e di “impegno per realizzare sogni e utopie” citando Ettore Scola.
Un’emozione che diventa commozione con Valeria Fedeli, Vice Presidente del Senato che, nel suo intervento a favore del decreto, legge la lettera inviata da Marilena Grassadonia, Presidente di Famiglie Arcobaleno: «Oggi dovete essere consapevoli di una cosa: se votate Sì, non state cambiando la storia di questo Paese. È già cambiata».
E lo stupore suscitato dall’intervento di Sandro Bondi, che nel web ha conquistato la viralità. Un “cristiano pieno di dubbi” come si è definito, che rivela un insolito e inaspettato buon senso dichiarando “la vita reale manda in frantumi i nostri pregiudizi e le nostre convinzioni” e “se anche i sacerdoti potessero sposarsi comprenderebbero meglio cosa è una famiglia”.
Infine l’arrivo al nazional-popolare di Sanremo dei nastri arcobaleno, molti degli artisti che hanno calcato il palco dell’Ariston si sono fatti testimonial come per dei Caroselli immettendo con leggerezza la realtà nel mondo patinato e falso della tv.
Ce la farà l’Italia a ufficializzare la sua evoluzione?