#COSECHESIDICONO…BRINDO ALLA BELLEZZA

E’ stata una sorpresa, un godimento come bere un bicchiere di acqua fresca quando è caldo e si è assetati. Tra tante chiacchiere, parole date in pasto a chi neanche le assaggia, commenti accompagnati da una bonaria pacca sulla spalla che tanto ognuno rimane della sua idea, accade di frequente di imbattersi in qualche brindisi, solitamente offerto a noi, all’anno nuovo, con un prosit a significare “sia di giovamento”, o con un cin cin, termine cinese che sta per “prego prego”: i lieti calici si innalzano non solo nel bel canto.

E’ un rito che ha delle regole, non tutte accettate dal galateo anzi i più ossequiosi per alcune potrebbero rabbrividire, come quella di guardarsi negli occhi, di non incrociare i bicchieri né farli rintoccare, di evitare l’acqua. Salute! Evviva! Rimbalzano le voci e l’allegria imperversa. E poi capita che si ascolti “Brindo alla bellezza!”. E pensi – Che bello!

E’ bello che qualcuno si conceda il lusso di non dimenticarla, che le dedichi un pensiero festoso. Forse reduce dalla recente visione del film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana che fa dire a Peppino Impastato per bocca di Luigi Lo Cascio, “non ci vuole niente a distruggerla la bellezza”, “bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza. Insegnargli a riconoscerla. A difenderla”, “È importante la bellezza. Da quella scende giù tutto il resto”.

Come si riconosce la bellezza? Sarebbe complesso affrontare l’argomento da un punto di vista storico-filosofico e riguarda prettamente l’estetica. Da una prospettiva sensoriale il concetto di bello è legato all’armonia, alla proporzione ma già Voltaire nel suo Dizionario filosofico provocava sulla relatività della bellezza scrivendo: “Chiedete a un rospo cos’è la bellezza, vi risponderà che è la sua femmina, con i suoi due grossi occhi rotondi sporgenti dalla piccola testa, la gola piatta, il ventre giallo, il dorso bruno”. Che è come dire. “Ogni scarrafone è bell’ a mamma soja!”.

Il concetto di bellezza è strettamente legato all’arte e proprio in questi giorni è interessante raccogliere il dibattito che si è acceso intorno all’opera di Christo sul Lago d’Iseo che certo non si può definire bella da un punto di vista estetico: l’avanguardia non si pone questo intento. Sicuramente cambia il nostro modo di vedere la realtà, ci supporta nell’interpretare il visibile in modo diverso, innesca un altro concetto di bellezza più legato all’esperienza, nuova in questo caso, e alla percezione sensoriale totale. Quindi paradossalmente potremmo dire che è bellissima! E continuiamo a brindare alla grande bellezza che salverà il mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *