#COSECHESIDICONO… ANCHE IO SONO RESPONSABILE

Sono tante le parole lette e ascoltate sulla morte di Emmanuel. Definire la dinamica è competenza giudiziaria, ma il fatto scatenante, drammaticamente, ci riguarda tutti e non sempre ne siamo consapevoli. Molti dei commenti, degli interventi di questi giorni sembravano voler trovare delle giustificazioni, prendere delle distanze, come se i colpevoli fossero sempre altro da noi, come se, si ci è accaduto molto vicino, ma “noi non siamo razzisti”, per questo sono rimasta molto stupita nell’ascoltare: “Anche io sono responsabile”. E’ una grande verità. Perché anche io sono responsabile tutte le volte che ho taciuto, che ho voltato la testa dall’altra parte, tutte le volte che non ho reagito e ho lasciato così uno spazio che ha permesso a qualcuno di sentirsi libero di insultare qualcun altro. Sono responsabile quando faccio prevalere i miei pregiudizi, quando diffido solo per un abbigliamento diverso o una capigliatura che mi rinvia ad altri paesi. Quando vedo una ragazza di colore alla fermata dell’autobus e penso sia una puttana. Quando non alzo nemmeno la testa se in spiaggia mi si avvicina un ragazzo proponendomi di comprare qualcosa. Sono anche io responsabile quando metto un annuncio per affittare una stanza e scrivo no stranieri no omosessuali. Quando allo stadio mi unisco ai cori e grido “faccetta nera”. Quando di me dico “sono civitanovese doc”. Sono responsabile anch’io quando sbraito “aiutiamoli a casa loro e prima di tutto gli italiani”. Quando parlo con uno straniero come se fosse un imbecille e poi scopro che è laureato e parla l’italiano meglio di me. Quando mi puzzano le spezie esotiche e poi le uso orgogliosamente per cucinare e invitare gli amici. Quando ancora dico con leggerezza “i napoletani sono tutti ladri”.

Troppe volte sono anche io responsabile e dimentico o ignoro che tutti noi veniamo da un cuore africano che ha creato il mondo, quello di tutti.

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