#COSE CHE SI DICONO…LA SFIGA E LE GALLERIE

Vi siete mai punti con l’ago mettendo la mano nel pagliaio? Se si forse siete sfigati, ma vi siete mai chiesti che ci fa un ago in un pagliaio? A qualcuno sarà caduto, magari a voi e quella che definiamo sfiga scopriamo che porta in sé anche una parte di responsabilità.

Si parla de La Franca nei bar in questi giorni, che è una galleria del tratto umbro della Foligno-Civitanova, lunga poco più di un chilometro a circa 700 metri di altitudine salita agli onori delle cronache per l’intervista anonima rilasciata da un operaio, di uno dei cantieri che l’ha realizzata, alla trasmissione Report e anticipata dal Corriere della Sera.

Si denuncia il rischio crollo per una non adeguata quantità di cemento nell’arcatura, 10 centimetri anziché 40, ed essendo quella una zona fortemente sismica la struttura può essere soggetta a sollecitazioni che richiedono garanzie di solidità.

Seppur le dichiarazioni rilasciate non risultano compravate da documenti hanno immediatamente scatenato inquietudine: “Pensa che sfiga che c’hai se ci passi sotto e ti crolla!”. Va ricordato che la galleria non è ancora aperta alla viabilità lo sarà probabilmente nel prossimo mese di luglio.

Richieste ufficiali di chiarimenti da parte dei rappresentanti delle Istituzioni come la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini che ha scritto sia al Presidente della Quadrilatero Marche Umbria, Guido Perosino che al Presidente dell’Anas Pietro Ciucci che hanno risposto in queste ore,
stizziti per la risonanza data a una denuncia anonima, ma rassicurando sulla qualità e la quantità dei materiali utilizzati che risulterebbero persino superiori a quanto previsto dal progetto esecutivo e hanno annunciato l’estensione a tutta la galleria dei controlli di sicurezza che solitamente
vengono svolti a campione su circa il 25% della struttura, in presenza delle telecamere di Report.

Sono rassicurazioni importanti e doverose in un paese come il nostro che non è purtroppo nuovo a casi di malaffare nelle costruzioni e nelle grandi opere. Il crollo del pilone proprio di queste ore in Sicilia ad esempio riporta la memoria al viadotto Scorciavacche sulla statale Palermo-Agrigento
inaugurato alla vigilia di Natale scorso e crollato dopo appena una settimana. Il rapporto degli ispettori parla di “carenze strutturali e costruttive”, le stesse mancanze di cui abbiamo letto per gli edifici della “new town” dell’Aquila, o per alcuni tratti della Salerno-Reggio Calabria o dell’Aurelia. I lavori fatti in economia sembrano frequenti in Italia e riconducono sempre a delle responsabilità scellerate che con la sfiga hanno poco a che vedere.

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