CORVATTA, SULLA CIVITA PARK DAL CENTRODESTRA SOLO CHIACCHIERE E PROMESSE

Con l’intervento odierno la coalizione di destra certifica la sua totale incapacità. Buoni a fare conferenze stampa e promettere senza poi mantenere. Parliamo di chi a suo tempo non si è posto alcun dubbio sui finanziamenti ottenuti da Banca Marche dalle tre imprese socie di Civita Park, e che ora si fa addirittura un vanto di non aver trattato con nessuno. Come se fosse un merito quello di lasciare che una porzione strategica del territorio comunale fosse devastata e restasse come un’enome incompiuta, senza produrre alcun risultato per la collettività.
Eppure in quei cinque anni c’era tempo di domandarsi se la vicenda stesse filando nei corretti canali amministrativi o se fosse il caso di porsi dubbi sull’affidabilità degli interlocutori. I lavori non procedevano e l’amministrazione Mobili non faceva nulla, si accontentava di conferenze stampa in pieno periodo elettorale e volantini di annunci sulla fantomatica consegna del nuovo ente fiera. Il tutto, curiosamente, all’insaputa dell’allora sindaco.
Su un’unica cosa concordo con il consigliere Mobili. Sulla Civita Park c’è un prima ed un dopo. Il prima è quello delle chiacchiere e delle promesse mirabolanti, dei finanziamenti erogati a fronte di opere che non si vedevano, dei sogni che stavano diventando incubi. Il dopo è quello del duro lavoro, della realizzazione che procede con tempistiche straordinarie, delle opere che vengono consegnate alla città, come il palasport, che la precedente amministrazione non aveva neanche immaginato.
La destra può fare i salti mortali per rovesciare la realtà, ma i fatti sono pericolosamente davanti agli occhi di tutti. Il prima è lo scempio del territorio, la dubbia erogazione di svariati milioni su cui Banca Marche ha acceso i riflettori, nel dopo ci sono un centro commerciale, la fiera, il palazzetto, le opere viarie, un sottopasso, le quattro corsie in via Einaudi, l’elisuperficie, un bacino per il contenimento della piena del Chienti, le opere di urbanizzazione secondaria. Nel dopo c’è l’accordo con la prima società sportiva delle Marche, che ha scelto Civitanova e grazie alla quale il nome della nostra città va in giro per l’Europa. Mauro Mattucci, come gli altri due soci, erano presenti sin dall’inizio, quello che è cambiato è stata la controparte, e la differenza si è vista.
La questione morale, che con raro coraggio viene posta nei confronti di questa amministrazione, è tutta nel terreno del centrodestra, e con essa ci sarebbe da porsi anche la questione dell’onestà intellettiva. Sulla liceità dell’affidamento diretto dei lavori alla Civita Park, il centrodestra ha già provato a danneggiare la città formulando esposti a ben due procure e all’autorità regionale, senza avere alcun seguito, a testimoniare la correttezza del nostro operato. Una correttezza che mi consente di essere totalmente sereno e di auspicare ogni volta che gli inquirenti facciano la massima chiarezza su tutto l’iter relativo a questa vicenda, dal 2007 in poi. Noi abbiamo tutto l’interesse a che questo avvenga. Non ricordo di aver mai sentito qualcuno del centrodestra dire la stessa cosa.
Interessante infine la richiesta di attivazione di una commissione d’indagine sulla Civita Park. E pensare che questa era stata istituita e che proprio gli esponenti della passata amministrazione l’hanno osteggiata. Forse ora cominciamo a capire perchè.

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