CONGRESSO EUCARISTICO, LA PROTESTA DI UNA RESIDENTE DEL CENTRO STORICO: PER NOI SOLO DIVIETI

“Solo divieti, indifferenza e nessuna considerazione” per i sacrifici sopportati dai residenti del centro storico durante il Congresso Eucaristico e la messa del papa al porto. E’ la protesta di Anna Marinari, sindacalista Cgil e residente a ridosso dell’area portuale. “Chi sono, quanto contano i cittadini residenti (del centro storico)? – si chiede – Dimenticati, rimossi, sballottati. I lavoratori e abitanti del centro sono stati trattati e percepiti solo come un ostacolo un impaccio al pieno e totalizzante dispiegarsi dell’organizzazione di due inediti, grandi eventi”. Eventi che “hanno ottenuto una disponibilità di spazi totale per diversi giorni anche consecutivi, con relativi divieti. Il residente del centro storico, come altri cittadini, è di sicuro un senza voce, ma una fonte certa di addizionale Irpef, tassa sui rifiuti, costo permesso auto residenti”. Altro che “civiltà dell’incontro o grande abbraccio”.
Un’amministrazione pubblica – incalza – “non può limitarsi a porre esclusivamente divieti, senza dare alternative e neppure un’ informativa adeguata”.
Il Congresso eucaristico nazionale è durato “otto giorni. E anziché cercare di contemperare le manifestazioni con le esigenze quotidiane dei residenti, si è proceduto con i divieti, esclusivamente nei confronti di questi ultimi”.
Divieti anche “eccessivamente estesi: ti serve una piazza per la sera? Te la diamo per tutto il giorno, ed anche per il giorno prima”. “E’ lecito affermare, senza timore di esser giudicati male o con sufficienza, che un Congresso, per quanto importante
lo si ritenga – si chiede la Marinari -, riguarda sempre e solo una parte della popolazione? E che non gli si può concedere tutti gli spazi e tutti i tempi che vuole?”.
“A meno che non vi si abiti, è difficile immaginare i disagi che i residenti nel centro storico, soprattutto quelli nella zona a ridosso del porto – aggiunge – hanno dovuto sopportare per troppi giorni, nell’assoluta indifferenza di tutti”. “Ancona era bella – osserva ancora -: ma l’ho vista in televisione. E pensare che abito a poche centinaia di metri dal cantiere. Ma siamo dovuti andar via per tutti i divieti impostici; alcuni residenti erano già fuori, altri si sono barricati in casa, altri ancora si sono arrangiati con le auto in giro per la città”. Per i residenti della zona, “nessun ringraziamento e nessuno di quei 4.550 pass consegnati. C’é qualcosa di stonato e di amaro in quanto è accaduto. Anche qui ad Ancona, dal 3 all’11 settembre, ha prevalso e vinto su tutto
la forza dell’impatto mediatico. Tutti a mettersi in prima fila. E i residenti? Ma chi sono di fronte al Grande Evento?”.

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