CIVITANOVA, “HOT RENT”: INDAGATE 13 PERSONE, SEQUESTRATI QUATTRO APPARTAMENTI

sequestro1_1I Carabinieri della Compagnia di Civitanova Marche hanno proceduto ieri sera al sequestro preventivo di 4 appartamenti centralissimi, abitati da donne che esercitavano il meretricio. Sono il frutto di un’indagine che si è protratta per oltre un anno e che ha puntato l’occhio degli investigatori di Nucleo Operativo Radiomobile e Stazione civitanovese sul fenomeno che coinvolge, a vario titolo, varie figure: i proprietari di case del centro città che erano soliti affittare, da diverso tempo, appartamenti a ragazze dell’est europa e del sud america dove si consumava sesso a pagamento. Case persino rivoluzionate nelle metrature per ricavare più mini appartamenti, o appartamenti ammobiliati con più camere da letto, per ospitare anche gruppi di prostitute. Case rifornite di ogni comfort ed utenze, sempre a cura dei proprietari, affittate a prezzi al di sopra della quota di mercato.  Cinque persone, uomini e donne tutti civitanovesi, sono i proprietari di quelle decine di appartamenti rientrati negli accertamenti dei carabinieri civitanovesi. Ipotesi di reato gravi, quelle formulate a loro carico, riscontrate dalle laboriose indagini. Sugli sfruttatori che, a vario titolo, le inducevano a prostituirsi in casa, ma anche per strada, prevalentemente nella zona Fratte di Porto Sant’Elpidio. Tre persone, un rumeno, una dominicana e un uomo di Montegranaro, tutti indagati per le varie ipotesi di reato della Legge Merlin. Chi faceva da protettore, per tutelarle da aggressioni e rapine, chi da sfruttatore, impossessandosi dei guadagni delle ragazze, chi da maitresse.
Sulle prostitute che, anello debole della “filiera”, incorrevano spesso nelle violazioni di foglio di via obbligatorio impostegli essenzialmente nel comune di Porto Sant’Elpidio. Anche qui i carabinieri civitanovesi hanno localizzato 5 rumene, tutte colpite da questo tipo di provvedimento. Ragazze che, durante i primi controlli dei carabinieri si erano mostrate refrattarie ma che, col tempo, ed anche dopo le recenti rapine sulle quali i carabinieri civitanovesi stanno lavorando assiduamente, hanno cominciato a mostrare maggior fiducia verso l’istituzione.  Sui clienti che, pur non essendo indagati, hanno testimoniato le loro frequentazioni negli appartamenti oggetto di indagine i cui contatti erano stati appresi da riviste specializzate negli annunci di prostitute che riflettono un fenomeno che, a Civitanova, è cresciuto sensibilmente negli ultimi anni privilegiando le abitazioni alle strade. Sulle riviste e sui siti web ove venivano pubblicati gli annunci delle ragazze, consultati dai carabinieri civitanovesi per individuare tutti quei luoghi della città, quegli appartamenti, dove si consumava sesso a pagamento. L’indagine  è scaturita dalle insistenti segnalazioni fatte ai carabinieri di quartiere ed al centralino della caserma di Via Carnia da molti cittadini civitanovesi. Gente stanca di vedere il via vai di clienti e prostitute in luoghi abitati da famiglie con bambini. Una connotazione, quella assunta da alcune strade del centro, che richiamava “clienti” da ogni parte della Regione. Identificati, durante i numerosi servizi di osservazione, uomini di ogni fascia sociale, spesso lavoratori dipendenti che utilizzavano magari la pausa pranzo per ritagliarsi un incontro a pagamento. Rinvenuti, negli appartamenti sequestrati, “gadget” di ogni tipo e forma utilizzati da prostitute e clienti dai gusti più estremi. I Carabinieri di Civitanova hanno adottato, per oltre un anno, un modus operandi mai clamoroso, sfuggito spesso alle cronache grazie ad un lavoro svolto sempre sotto traccia, per garantire la qualità degli accertamenti e la tutela delle investigazioni. Un’attività investigativa che ebbe il suo incipit con un arresto operato ad ottobre 2010, da parte dei carabinieri della stazione di Civitanova Marche, nei confronti di un 66 enne di Porto Sant’Elpidio, per favoreggiamento della prostituzione. Era stato sorpreso a prelevare due ragazze romene da un appartamento di Via Regina Elena per accompagnarle nella zona Fratte, ove si prostituivano. E proprio dall’approfondimento sui proprietari di quell’appartamento, gli stessi di quelli sequestrati, nacque questa indagine denominata “HOT RENT” coordinata dal Dr. Andrea Belli, Sostituto Procuratore del Tribunale di Macerata.

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