CIAK, SI SFILA!

La politica cittadina, si sa, è un teatro. Ma a Civitanova sembra più una passerella. C’è chi sfila con disinvoltura, chi si lancia in una gara di visibilità, chi sgomita per apparire in ogni inquadratura disponibile. Se non sei in foto, non esisti. Se non hai un selfie con lo sfondo giusto, sei nessuno. L’importante è esserci, farlo vedere, possibilmente in prima fila o al centro, con un’espressione di grande solennità, anche quando stai inaugurando la panchina del parchetto sotto casa.

Il Sindaco? Il vero re delle sforbiciate. Il nostro “Edward Mani di Forbice” (purtroppo senza Johnny Depp) ha il raro dono dell’ubiquità: lo trovi ovunque ci sia un nastro da tagliare, una stretta di mano da immortalare, un buffet da saccheggiare. Taglia e scappa, il format è sempre lo stesso. Per gli eventi pubblici e gli incontri scomodi c’è sempre un valido motivo per non esserci, ma guai a togliergli una forbice di mano: quella è la sua comfort zone.
E gli assessori? Anche loro, in cerca di scatti rubati e gloria immortale, si contendono i riflettori. C’è chi si mette in posa con la fascia istituzionale per inaugurare negozi di ogni tipo, dal barbiere al kebabbaro, passando per la boutique di lusso. Il ruolo di amministratore? Secondario. Tanto lo stipendio è garantito: anche se non fai nulla di buono, ogni mese viene accreditato. Il punto è uscire bene in foto, nei post, negli articoli, magari nelle iniziative altrui. In effetti, in città ormai ci si chiede se l’assessorato sia un mestiere o un talent show. E poi c’è chi, per guadagnarsi un posto sotto i riflettori, si dà alle camminate istituzionali: un po’ di movimento non guasta mai, soprattutto se seguito da un’adeguata documentazione fotografica.
Poi ci sono i consiglieri comunali, che, nella scala gerarchica della notorietà, devono darsi ancora più da fare. Alcuni, pur non avendo alcun ruolo provinciale, corrono a ogni evento della Provincia, cercando di intrufolarsi in qualche scatto istituzionale, con la speranza che qualcuno pensi: “Ah, ma allora conta qualcosa!”. Ma adesso la sfilata si è allargata: non bastano più le foto in città, ora ci si mette in posa anche fuori Comune. Qualche apparizione strategica, uno scatto con il politico di turno, un post ben calibrato, e via: il gioco delle poltrone si gioca anche a distanza.
Infine, il vero spettacolo: le consigliere comunali che fanno a gara per chi riesce a infilarsi in più eventi pubblici in un mese, con tanto di reportage fotografico. Il livello di competitività è altissimo. Dall’inaugurazione della fontanella alla stretta di mano con il vip di passaggio, l’importante è accumulare presenze, come in un reality show in cui vince chi rimane in gioco fino alla fine.
In conclusione, tra sfilate, set fotografici e guerra dei selfie, la politica locale si sta trasformando in un gigantesco servizio di moda. Peccato che i cittadini abbiano bisogno di amministratori, non di modelle e modelli da evento. Ma d’altronde, l’importante è che la foto venga bene. E per questo, il più delle volte, si paga profumatamente un fotografo professionista. E per la città? Beh, quello è solo un dettaglio.

Maria Antonietta

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