E’ arrivata al capolinea l’inchiesta sul ‘buco’ miliardario nelle casse di Banca Marche che coinvolge 36 persone (uno dei 37 indagati iniziali è deceduto) tra ex amministratori, ex vertici, ex amministratori di Medioleasing e componenti del vecchio Cda. In settimana scadrà l’ultima proroga delle indagini (due anni dalle prime iscrizioni) e il pool della procura di Ancona – i pm Elisabetta Melotti, Andrea Laurino, Marco Pucilli e Serena Bizzarri – dovrà tirare le somme con le richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione.
I reati contestati a vario titolo vanno dall’appropriazione indebita alla corruzione tra privati, falso in bilancio e comunicazioni sociali, ostacolo all’esercizio della vigilanza. A 12 persone viene addebitata l’associazione per delinquere che, per l’accusa, avrebbe avuto come promotori l’ex direttore generale Massimo Bianconi (2004-2012), il vice Stefano Vallesi, l’ex Dg di Medioleasing Giuseppe Barchiesi.
In attesa del ‘verdetto’ penale, si stringe il cerchio di sanzioni e cause civili attorno alla passata gestione di Banca Marche, tuttora in amministrazione straordinaria con proroga fino al 13 dicembre prossimo. Ultima in ordine di tempo la conferma, da parte della Consob, di sanzioni pecuniarie per 420 mila euro contro 16 ex vertici di BM: le sanzioni riguardano le carenze informative nel prospetto dell’aumento di capitale che, nel 2012, portò all’emissione di 212 milioni di azioni al prezzo di 0,85 euro per complessivi 180 milioni. Secondo la Commissione, gli ex vertici avrebbero ‘nascosto’ la lettera di Bankitalia che segnalava anche una “rilevante esposizione ai rischi creditizi e finanziaria” della banca.
Anche la Banca d’Italia aveva inflitto 4 milioni di euro di sanzioni agli ex amministratori per gravi irregolarità e violazioni, accertate tra il 2012 e il 2013: per questi fatti i commissari hanno già avviato i decreti ingiuntivi. E sul fronte civile, i commissari hanno citato in giudizio 31 ex manager di BM oltre all’ex società di revisione Price Waterhouse Coopers, chiedendo 282,5 milioni di euro di danni derivanti da un “quadro impressionante di anomalie”, segnalate tra il 2006 e il 2013, che avrebbero portato al dissesto finanziario.
Molto caldo rimane anche il fronte del ‘salvataggio’ dell’istituto di credito. Due settimane fa il Fondo interbancario che in estate aveva avviato una ‘due diligence’ sulle condizioni economico-patrimoniali della banca, ha deciso di intervenire, sottoscrivendo un aumento di capitale.
BANCA MARCHE, 36 INDAGATI A VARIO TITOLO. 12 PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
