APPROVATA LA MOZIONE DI MICUCCI PER L’ISTITUZIONE DI UN CENTRO DI ONCOFERTILITA FEMMINILE

Il miglioramento delle cure oncologiche consente sempre più frequentemente una completa guarigione alle donne affette da cancro. Queste terapie, tuttavia, come anche alcuni trattamenti medici e chirurgici per patologie benigne determinano frequentemente un danno riproduttivo attraverso la compromissione della funzione ovarica con il rischio di sterilità o Insufficienza Ovarica (Menopausa Precoce). La mozione, presentata dal capogruppo Dem Francesco Micucci e da Luca Marconi (Udc- Popolari Marche) e approvata, impegna il presidente e la Giunta ad attivare sin da subito studi di fattibilità per l’istituzione di un Centro Regionale di Oncofertilità Femminile (CROF), Struttura Operativa Medico-Chirurgica Ospedaliera con livello organizzativo di Unità Complessa che, per le proprie caratteristiche, è compresa nel Dipartimento Materno Infantile (DMI) e potrebbe essere individuata all’interno della struttura ospedaliera di Civitanova Marche.
“Il Centro Regionale di Oncofertilità Femminile (CROF), Struttura Operativa Medico-Chirurgica Ospedaliera- spiega Micucci- può essere utilmente collocato all’interno dell’Area Vasta 3, nella struttura ospedaliera di Civitanova Marche nell’ambito del Dipartimento Materno-Infantile per diversi motivi: in quanto ci sono spazi sufficienti adeguabili allo scopo con piccole opere murarie; esiste già una Biobanca accreditata per la conservazione delle cellule germinali e del tessuto ovarico, indispensabile per l’attività da avviare; la città di Civitanova Marche, con l’apertura della Quadrilatero, è diventata baricentrica all’interno dell’asse viario Umbria-Marche-Abruzzo, regioni entrambe che non hanno ancora attivato alcun Centro Regionale di Oncofertilità Femminile per cui quello marchigiano potrebbe essere oggetto di una importante mobilità attiva per il bilancio della sanità della Regione Marche. Un percorso questo della costituzione del Centro, già avviato da Asur e dalla Regione e che ha visto un piccolo rallentamento a causa del pensionamento del precedente primario di ginecologia e della necessità del reparto di mettersi “in sicurezza” in termini di “parti annui” rispetto al DM70 ma siamo certi che il percorso potrà essere portato a termine nei prossimi mesi”

Circa un quarto di tutte le patologie oncologiche femminili si verifica in età riproduttiva: su un totale di 254.979 casi iscritti nei Registri Tumori nel 2010 i pazienti al di sotto dei 40 anni sono risultati 7.828 con netta prevalenza del sesso femminile (4.897 donne vs. 2.931 uomini). L’Osservatorio Nazionale ONDA nel 2016 a questo riguardo ha stimato che meno del 10% delle donne pratica un adeguato trattamento di protezione della fertilità in occasione delle cure oncologiche. Sulla base di questi dati nel 2016 le principali Società Scientifiche (AIOM,SIEeSIGO),riconoscendo la peculiarità del problema, in un documento condiviso hanno ritenuto di dover sollecitare le Istituzioni alla creazione di strutture multidisciplinari dedicate a livello regionale.
“La Conferenza Stato Regioni- conclude Micucci- del 20 febbraio 2019 riguardante i Percorsi Diagnostici Terapeutici (PDTA) nei Pazienti Oncologici, ha sancito come sia indispensabile nell’assistenza alle giovani donne affette da cancro prevedere nel percorso assistenziale l’attività di un Centro di Oncofertilità specificando anche le tipologie più opportune di intervento: preservare la fertilità attivando un percorso di protezione e prevenzione nelle pazienti di età minore di 40 anni candidate a trattamenti potenzialmente o certamente dannosi per l’ovaio a causa di malattia neoplastica o patologia benigna cronica invalidante, definire i percorsi assistenziali che diano alle pazienti risposte tempestive ed efficaci identificando e facilitando anche la collaborazione di tutte le figure professionali coinvolte; identificare le figure professionali e le Strutture Sanitarie coinvolte facilitando la loro collaborazione e definendo tempi e modalità operativi delle stesse, valutare gli outcomes oncologici e riproduttivi per una sistematica revisione dei criteri di efficienza operativa e delle attività di supporto decisionale”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *