APERTURE DOMENICALI, A CIVITANOVA I COMMERCIANTI SONO STATI IGNORATI

a_aperto_domenica“Le associazioni dei commercianti chiedono partecipazione nelle decisioni che coinvolgono le loro attività, partecipazione che l’amministrazione comunale non garantisce affatto. Prima si firma l’ordinanza sugli orari e poi si convocano i commercianti.” Così l’avvocato Stefano Ghio interviene nel dibattito sull’apertura domenicale dei negozi. Mentre la grande distribuzione approva la decisione dell’amministrazione comunale di rendere facoltativa l’apertura domenicale, i negozi del centro cittadino non la pensano nello stesso modo. La concorrenza è troppo forte e soprattutto impari. “Non voglio discutere sul merito della ordinanza, la quale per altro disciplina solo la vacatio normativa fino al prossimo pronunciamento del TAR, ma delle garanzie che l’Amministrazione non riesce a dare alle attività commerciali che non siano le grandi strutture di vendita -dice Ghio che poi prosegue- l’idea di sviluppo commerciale che manifesta la Giunta è quello della grande distribuzione dimenticando invece la necessità di un maggior impulso in favore della miriade di piccole attività che gravitano nei vari quartieri di Civitanova Marche e nel centro città. Vorrei chiedere all’assessore qual’è il piccolo commerciante di quartiere, magari di periferia, che vuole l’apertura domenicale, quando è noto che nelle giornate di festa, a parte nei momenti di aggregazione favoriti dalle parrocchie, tutti i residenti si spostano verso il mare, verso il centro o verso i centri commerciali. Tenere aperto per nessuno è un po’ antieconomico! Ho avuto già modo di dire che il problema non sono gli orari di apertura, che rappresentano una parte, anche marginale, della questione. Il peccato originale della giunta di centro destra è di aver autorizzato la realizzazione e l’apertura di un numero eccessivo di grandi strutture di vendita (ed in futuro ce ne saranno altre) le quali, attraverso una interpretazione delle norme atta ad evitare i necessari nulla osta regionali, sono di fatto dei centri commerciali. Tale scelta ha penalizzato il piccolo commercio e quindi oggi chi governa ha il dovere di riequilibrare la sproporzione creata per salvare il salvabile e non certo arroccarsi dietro il condivisibile concetto di liberalizzazione. Se a Civitanova Marche vi fosse stato un solo grande centro commerciale, sicuramente nessuno si sarebbe lamentato della liberalizzazione degli orari. Ebbene è ormai ora di mettere le basi per la realizzazione del “famoso” centro commerciale naturale del centro città, investendo un po’ di denaro sul miglioramento dei servizi e sulla promozione di un unico Brand vendibile al consumatore; è ora di mettere le basi per creare la cittadella della cultura su Civitanova Alta con ivi l’applicazione dell’Università, per garantire uno sviluppo economico di tale preziosissimo quartiere; è ora di di mettere le basi per favorire lo sviluppo del turismo nel quartiere di Fontespina dove gli operatori economici scontano moltissimo la chiusura del Camping le Giare che in passato aveva favorito un piccolo sviluppo economico dell’area.
Queste sono le garanzie che si dovrebbero dare agli operatori economici civitanovesi, ma prima si dovrebbe capire, e ciò sembra quasi impossibile per la giunta Mobili, che lo sviluppo della città non passa solo attraverso l’edilizia.”

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