Amministrazione comunale e stampa in tilt per colpa del nuovo impianto sportivo inaugurato a Civitanova Alta. Lo chiameremo impianto fin quando un editto del Coni, un’ordinanza del sindaco o un referendum tra cittadini non avranno stabilito se si tratta di palasport, palestra o palas-palestra. Nel frattempo se ne sono lette e sentite di tutti i colori. Il balletto delle parole è cominciato un paio di settimane fa, quando in città sono apparsi manifesti con il simbolo dell’amministrazione comunale che annunciavano l’inaugurazione del ‘palazzetto dello sport’. Evviva, avranno pensato i più. Finalmente, dopo quindici anni di promesse, anche Civitanova come gli altri grandi comuni costieri -San Benedetto, Porto San Giorgio, Ancona, Senigallia, Fano, Pesaro- avrà il suo palazzetto, il suo ‘catino’ da almeno tremila posti a sedere come . Almeno. Ma, passano i giorni e, siccome con la segnaletica stradale non si scherza, ecco che compare nella zona del Pincio, a Civitanova Alta, una palina che indica la direzione da prendere per raggiungere la ‘palestra comunale’. Ma come? Si è ristretto il palazzetto? In effetti, “all’apparir del vero” avrebbe detto il sommo poeta recanatese, deve essere sembrato assai pomposo il titolo di palazzetto per un impianto da 350 posti. Ma, siccome la frittata era fatta, anche la stampa ci ha messo del suo e ha dato conto dell’inaugurazione del…‘palas-palestra’, coniando così un nuovo termine, un ibrido. Eppure, da palazzetto a palestra ce ne corre: ci passano in mezzo qualche migliaio di posti a sedere e qualche milione di euro di costi e davanti ai numeri non si possono usare con tanta disinvoltura le parole. Con le parole, infatti, non si scherza. Perché misurano la serietà delle persone, in questo caso della classe dirigente e il grado di rispetto che questa ha degli interlocutori, i cittadini. Non si annuncia un palazzetto dello sport e poi si offre una palestra, che va benissimo, perché arricchisce l’impiantistica sportiva della città, offre nuovi spazi pubblici ai residenti di Civitanova Alta e l’amministrazione avrebbe dovuto essere orgogliosa del risultato. Invece si è infilata in una sciocca mistificazione della realtà, figlia della frustrazione di non aver saputo dare a Civitanova un palazzetto dello sport promesso da tre lustri e rimasto sulla carta. Pardon, sui manifesti.