L’arcivescovo di Fermo, monsignor Luigi Conti, ha presieduto, ieri pomeriggio, la dedicazione della chiesa di Cristo Re, a Civitanova Marche, riaperta al culto dopo alcuni mesi di lavori di ristrutturazione. Alla cerimonia hanno partecipato centinaia di persone. Dopo il saluto di Luca Girotti, formulato a nome del consiglio pastorale, l’architetto Massimo D’Ignazio, direttore dei lavori, ha presentato gli interventi effettuati. Il rito è stato accompagnato dal commento di un diacono (il prof. Antonio Petrelli) che ne ha spiegato le varie fasi. Monsignor Conti ha benedetto il fonte battesimale e poi l’ambone. Nell’omelia, il vescovo si è chiesto se la comunità cristiana di Civitanova sia in grado di suscitare nuovi cristiani e l’ha esortata alla trasmissione della fede, “nella carità e nella fedeltà alla Parola”. “Che Dio benedica questa città – ha concluso – una città nella quale in questi anni è stato effuso molto del Vangelo di carità”. Solenne e significativo il rito della consacrazione dell’altare. Il vescovo dapprima ha deposto nel basamento alcune reliquie di Sant’Andrea. Un santo non scelto a caso. Infatti a Sant’Andrea era dedicata la prima chiesa del borgo marinaro di Civitanova, che sorgeva in vicolo Sforza, vicino piazza XX settembre. Poi ha spalmato tutta la tavola dell’altare con il sacro crisma, mentre due sacerdoti ungevano simbolicamente le pareti del tempio. A quel punto sono stati accesi tutti i 21.400 led del nuovo impianto di illuminazione, che hanno rischiarato a giorno l’interno della chiesa, tenuto fino a quel momento in penombra. Un”ooooh” spontaneo e prolungato di ammirazione e soddisfazione ha accolto il trionfo di luce bianca. Prima del congedo, il parroco don Mario Colabianchi, ha voluto ricordare i due parroci defunti, sempre presenti nella memoria dei civitanovesi: don Eliseo Scorolli e don Lino Ramini. Quindi ha ringraziato gli altri sacerdoti che lo hanno preceduto nell’incarico, don Franz, don Sergio, don Alberto e quanti lo stanno affiancando oggi: don Andrea, don Joseph e il diacono Petrelli. Don Mario ha avuto parole di riconoscenza per i benefattori e per “coloro che hanno offerto il loro contributo economico con grande sacrificio e spirito di rinuncia”. “Questa chiesa di Cristo Re, ristrutturata e adeguata – ha detto – ci rende ancora più responsabili di una presenza significativa nella città, che vogliamo realizzare gettando ponti verso ogni uomo e donna di buona volontà”. L’augurio di don Colabianchi è stato che i cristiani della parrocchia si sentano pietre vive, lavorate e scolpite dal Signore perché “la nostra vita sia bella, buona e beata”.