A CIVITANOVA ALTA: “ESSENZE FEMMINILI IN ARTE”

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Domani sabato 2 febbraio alle ore 17 nella sala multimediale “S.Francesco “ di Civitanova Alta sarà inaugurata un’importante collettiva dal suggestivo none “Essenze Femminili i arte”. La rassegna andrà avanti fino al 31 narzo.
L’ esposizione “Essenze femminili in arte”, giunta alla seconda edizione, è il segno tangibile di una emancipazione in progress, un evento che dà al pubblico la possibilità di osservare la varietà e la ricchezza del talento femminile, un contributo in più alla varietà artistica che rende prezioso lo scenario nel quale ci muoviamo.
Non si tratta di identificare una espressione artistica femminile, perché sarebbe riduttivo oltre che improprio. Una donna come un uomo è un individuo che si muove su un preciso palcoscenico spazio-temporale, figlio di alcune e non altre circostanze e ha valore per quella ricchezza in più che, l’individuo in sé rappresenta e non per il genere che incarna. La varietà, la ricchezza, la libertà di dirsi veramente e liberamente, con convinzione e orgoglio “artiste, pittrici, scultrici, performer”, è il vero valore aggiunto di questa mostra che unisce in un’unica voce tante espressioni diverse ma anche tante esperienze professionali diverse, ognuna delle quali apporta un contributo in termini estetici e di gusto. Ed ecco, allora, che artiste note, con carriere decennali alle spalle, operano al fianco di artiste più giovani, fino a condividere un progetto che oltre a essere una mostra d’arte, è un momento di condivisione, una occasione di confronto e di crescita e anche un passo comune nel ribadire l’assoluta necessità di autonomia e libertà di scelta individuale.
In questa esposizione diverse artiste hanno dedicato la loro riflessione alla donna e al corpo femminile. Molte hanno utilizzato un codice tradizionale, sostenute da un bel tratto disegnativo e da una felice qualità cromatica. Sono questi i caratteri delle opere di Cristina Giovannucci e Carina Pieroni: la prima con una seducente figura femminile di spalle, dalla fattura essenziale, colta in uno spazio indefinito, sospeso e senza tempo; l’altra con un monocromo di rara intensità che accorda, con estrema abilità, le forme sinuosissime di un nudo sdraiato a ricercati effetti di luce. Anche Jenny Polverini cede al fascino del nudo: una figura di spalle è resa con immediatezza e veridicità attraverso una pittura dal valore grafico, che si segnala per l’estrema fluidità e scioltezza pur nella sintesi dei tratti e delle cromie. Il colore, nelle sue tinte squillanti, è il medium a cui si affida Isabella Seralio che, con la sua figura femminile allo specchio, cita tante opere indimenticabili della nostra storia dell’arte (si pensi a Velasquez). La scena, però, è ravvivata da un sorprendente effetto dripping che anima la superficie del dipinto donandogli vivacità e freschezza.
Anche Patrizia Bussi si muove nell’ambito del figurativo intimista ma le sue donne nascono dal segno e sembrano richiamare l’antica e nobile pittura parietale; un mix dove fascino primitivo e assetto moderno convivono armoniosamente.
L’acquerello è la tecnica scelta da Giuseppina Bascietto che presenta delle carte dotate di squisita sensibilità cromatica, una pittura dal tocco lieve ma dalla resa efficace, sia sotto il profilo cromatico che espressivo.
Si muove nel campo dell’astratto, disegnando immagini dal ritmo liberty e dal sentire simbolista, Renè Ciampa: la grande libertà compositiva trova nell’uso del colore squillante una associazione felice capace di risolvere la ricchezza del dipinto in una sinfonia unica o omogenea.
Marisa Cesanelli segna un ulteriore progresso nella sua opera che diventa ogni giorno più strutturata sotto il profilo della forma e seducente dal punto di vista del colore. Il dinamismo già presente nelle sue opere acquista forza e vivacità, sostenuto da un colore suggestivo e da un impianto segnico di rara potenza espressiva.
Opera nel campo della fantasia immaginifica Ermanna Seccaccini, sempre incredibilmente audace nelle sue proposte sostenute dal possesso di una tecnica disegnativa piena e abilissima. Con le sue opere enigmatiche esplora territori sorprendenti capaci di porre interrogativi e riflessioni originali allo spettatore condotto nell’esplorazione di significati arcani.
Eccelle in raffinatezza l’opera di Maria Teresa Pancella: artista dal segno cristallino, trasparente ed elegantissimo. I suoi lavori dove sanguigna e pastello si mescolano, sono flashback dal passato che possiedono la sostanza diafana del ricordo e costituiscono il terreno neutro in cui la storia incontra l’immaginazione individuale e l’abilità creativa.
Un lessico che si muove tra informale e neo-espressionismo è il linguaggio proprio di Lucia Spagnuolo che presenta un’opera dove il cromatismo acceso tipico della sua maniera, riverbera e risplende magneticamente sotto l’influsso di una luce esaltante. Un paesaggio, certo, ma anche le infinite possibilità interpretative che una materia così ben satura, e strutturata, pone all’immaginazione e alla fantasia.
Una riflessione sull’identità femminile sembra essere quella di Anna Boschi: un’opera che coniuga collage e pittura per offrire frammenti di volti di donna e stralci di poesia che alludono alla vastità dell’interiorità femminile; si tratta di un’opera che sollecita una lettura attenta e non scontata sul ruolo della donna nel mondo.
Luisa Bergamini propone un’indagine sul corpo visto dall’interno della sua materia in movimento progressivo, pulsante, resa attraverso un colore carico di linfa vitale talmente squillante da diventare respingente agli occhi di un osservatore smarrito perché non avvertito delle tante implicazioni che il corpo di una donna contiene.
Cleofe Ramadoro regala alla mostra uno dei suoi dipinti dove il mondo visionario risplende della freschezza di un colore naif, puro ed eccitante nei suoi accostamenti. Ne deriva un universo brulicante, percorso da una vitalità mobile e dinamica, e piena, come sempre accade nei suoi quadri, di effetti luminescenti sottolineati da una materia pastosa e riverberante.
Lorena Massucci affida a un linguaggio che declina il pop in chiave simbolica una riflessione sulla complessità (difficolta?) dell’essere donna oggi e sempre. In una tela in cui domina un muro a mattoncini, una donna a mezzobusto spicca per la sua chioma coloratissima ed eccentrica: la libertà dell’espressione individuale che deve e può agire come breccia di superfici apparentemente infrangibili.
Onorano l’arte delle donne tre grandi maestri del nostro territorio, artisti di fama che hanno segnato la storia della nostra regione. Artisti dal mestiere antico coniugato in forme innovative, la cui maniera tradizionale si pone al di là del tempo e della lettura critica: Silvio Craia (nella foto), Marsilio Pianosi e Luigi Pasquali (Loredana Fenicelli)

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