SCONTRI A ROMA, ANCHE UN 25ENNE CIVITANOVESE PERQUISITO DALLA DIGOS

scontriNon si fermano le perquisizioni della Digos nelle Marche per cercare di identificare i presunti autori degli episodi di devastazione e violenza che hanno trasformato quella che doveva essere una pacifica manifestazione in una vergogna per l’Italia. Dopo Ancona, Senigallia, anche Civitanova è balzata agli “onori” della cronaca. A finire nel mirino un giovane 26enne, attivista dei centri sociali marchigiani. Il giovane, titolare di un piccolo negozio, ha dato ampia assicurazione di non avere avuto nulla a che fare con gli scontri. Dalla perquisizione effettuata non è emerso nulla. Anche un ragazzo minorenne di Ascoli Piceno é stato fermato in piazza del Campidoglio a Roma perché nel suo zaino aveva una cartuccia esplosa di lacrimogeno e calzoncini, maglietta, cappello e felpa neri bruciacchiati. Nello zaino c’erano anche volantini anarchici già distribuiti sabato scorso durante il corteo degli Indignati. Il fermo è avvenuto a seguito di un controllo di agenti in borghese del Pronto Intervento Centro Storico della polizia di Roma Capitale durante la manifestazione per la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit. Il giovane si aggirava per la piazza del Campidoglio, secondo quanto riferito, quando gli è stato chiesto di aprire lo zainetto. Dentro, oltre a volantini degli Anarchici Insurrezionalisti, quella che potrebbe essere una divisa da black bloc e un ‘souvenir’ degli scontri di sabato. Il giovane è stato consegnato alla polizia per ulteriori accertamenti. Intanto l’avv. Paolo Cognini, che rappresenta i militanti dei centri sociali interessati nelle Marche dalle indagini della Digos, respinge qualsiasi coinvolgimento del movimento negli scontri. “Non abbiamo niente a che vedere con quei metodi”, insiste. In una nota, I centri Sociali precisano “Al momento non é dato sapere se altre perquisizioni verranno effettuate nelle prossime ore. Da quelle condotte non è emerso alcun elemento in grado di supportare eventuali ipotesi accusatorie o ulteriori iniziative da parte dell’autorità giudiziaria”. “Chiunque abbia un motorino – spiega poi Cognini – possiede un casco, quasi tutte le persone hanno almeno una felpa, ed escludo che nelle abitazioni dei nostri attivisti siano state trovate mazze o simili”. “I Centri Sociali delle Marche sono stati protagonisti e motore ‘fondamentale’ – prosegue la nota – della straordinaria mobilitazione che ha portato tantissime persone della regione a manifestare a Roma: i pullman coordinati direttamente dai Centri Sociali sono stati più di 20”.

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