“VADO IN TRIBUNALE. DOCUMENTI ALLA MANO NON TEMO INTIMIDAZIONI”

torresiDi Emanuele Trementozzi
Non teme intimidazioni Sergio Torresi, titolare del bar ” La Romana “, protagonista negli ultimi giorni di uno scambio di battute piuttosto piccate con il Comune in relazione alla regolamentazione dei dehors su suolo pubblico e specificatamente su corso Umberto I. E se il Sindaco Mobili dichiara senza mezzi termini: ” Il Signor Torresi si prenderà tutte le responsabilità di ciò che ha dichiarato alla stampa “, il combattivo consocio dello storico bar di Civitanova risponde per le rime e non ha nessuna intenzione di mollare la presa; ancorché, documenti alla mano, non teme di essere smentito.

Signor Torresi, partiamo dalle dichiarazione del Sindaco Mobili, come interpretarle?

“Sicuramente le dichiarazioni di Mobili sono da considerarsi intimidatorie se non minacciose. Vogliono farmi pagare le mie dichiarazioni e la mia decennale lotta contro la regolamentazione selvaggia dell’esposizione dei dehors e dell’occupazione del suolo pubblico in generale. Ma non temo questi giochetti e sono più che mai determinato ad andare avanti, perché in Tribunale porterò con me una serie di documenti che non lasciano campo alle interpretazioni ”

Lei ha ricevuto solidarietà dai suoi clienti e anche da altri commercianti del Corso. Ha già raggiunto un suo obiettivo

” Come già affermato nei giorni scorsi, porto avanti la mia battaglia non per interessi esclusivamente personali legati alla mia attività. E’ un problema che riguarda tutti i commercianti e non solo di Corso Umberto, perché tutti abbiamo diritto a lavorare con pari diritti, obblighi ed opportunità ”

I giorni scorsi ha preferito non fare nomi, ma appaiono chiari i riferimenti ad altre attività che non sono state limitate nell’utilizzo dello spazio esterno o che hanno preferito fare orecchio da mercante

” Certamente, è innegabile che altri gestori abbiano goduto di vantaggi commerciali che non trovano spiegazione nel regolamento comunale. Non ho paura a dichiarare, perché i fatti me lo confermano ed è sufficiente farsi un giro per constatare, che ad esempio Maretto, bar sito al di sotto delle logge comunali, ha potuto sfruttare lo spazio antistante in totale libertà. Il regolamento comunale non prevede concessioni ma autorizzazioni per 180 giorni annui complessivi. E mentre io sono costretto ad ottemperare alla legge vigente, altri occupano lo spazio esterno indistintamente per tutto l’anno e come facciamo a non chiamare questa concorrenza sleale? Basti pensare al mio collega della Terzana, che ha l’autorizzazione a tenere il tendaggio esterno per i 180 giorni canonici e dovrebbe smontare il tutto alla scadenza dell’autorizzazione stessa. Vi pare che ciò sia mai avvenuto? Nulla di personale con codesti colleghi gestori, ma se ci sono le regole vanno garantite per tutti in maniera uguale ”

Puntuale, sembra ad orologeria, è arrivata in data 11 gennaio 2011, la richiesta di regolarizzazione della sistemazione dei vasi posti su suolo pubblico che non risultano autorizzati

” Appunto, la chiara dimostrazione di come si voglia colpire il sottoscritto, adducendo normative o autorizzazioni finora mai richieste. Il testo della raccomandata, protocollata in numero 1050 recita: Si invita a normalizzare la situazione dei vasi posti su suolo pubblico che non risultano autorizzati. Per i medesimi si trasmette copia dell’Art 42 del D.Lgs 507/ 93 con particolare attenzione al comma 4° in punto all’occupazione inferiore ai 0,50 mq >. Per renderci conto dell’incongruenza della richiesta è sufficiente invece riportare l’articolo 4 del Regolamento Comunale che recita: < La tassa si determina in base all’effettiva occupazione espressa in metri quadrati o in metri lineari con arrotondamento all’unità superiore della cifra contenente decimali. Non si fa comunque luogo alla tassazione delle occupazioni che in relazione alla medesima area di riferimento siano complessivamente inferiori a mezzo metro quadrato lineare >. I due testi mi sembrano chiari e non devo aggiungere altro ”

Lei ha anche una vecchia sanzione del 2004, comminata per non aver ottemperato alle leggi vigenti e si chiede perché mai nessun’altro sia stato colpito dalle stesse.

“Esattamente. L’ otto agosto 2004 ho ricevuto un verbale di 135,51 euro riportante la seguente constatazione: “Ha violato la norme del codice della strada di cui all’art 20, commi 1 e 4, perché non ottemperava alle prescrizioni imposte dall’autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico, infatti occupava a ridosso del marciapiede benché espressamente vietato”
” Ricordo bene quella giornata. Erano le 16 e 30 e avevo provveduto tempo prima a richiedere l’autorizzazione prevista, in seguito alla richiesta degli organi competenti. Inoltre il fatto che fossero a ridosso pregiudicava il pagamento perché rientrante nel versamento annuale da me effettuato in data 22 gennaio, dell’importo di 1.124.000 di vecchie lire. Quindi quella constatazione non solo non era dovuta, ma arrivò inoltre a seguito di una mia richiesta protocollata il 12 luglio e quindi amministrativamente impeccabile. Ricordo che minacciai di tirare in strada i tavolini, cosa che feci per mostrare le ragioni di un gestore palesemente e ingiustamente colpito da provvedimento irregolare ”

In relazione invece al recente avviso di normalizzazione come intende comportarsi?
” Non provvederò minimamente a regolarizzare una posizione chiaramente legittima e già di per sé legale. Il comma 4 del Regolamento parla chiaro e se qualche dirigente comunale preposto risulta essere ignorante in materia non può essere un problema che mi riguarda. Nella fattispecie, il signor Ripari dovrebbe ripassarsi i regolamenti in materia e offrire un servizio ai cittadini, che è quello di essere pre avvisati e informati, non colpiti ingiustamente e a loro insaputa. Aspetterò l’elevazione del verbale, così potrò anche dimostrare l’accanimento e continuare nella battaglia legale ”

Da tempo è venuta fuori l’idea della pista ciclabile lungo il Corso. Come la spiega?
” Appare assurdo e dannoso per le tasche dei cittadini rimettere le mani su un’opera realizzata due anni fa e costata la bellezza di quattro milioni di euro. Non contesto l’idea in sé, quanto il fatto che bisognava pensarci prima. Abbiamo, tutti i commercianti, già subito diversi disagi durante la realizzazione dei lavori e non siamo disposti a subirne altri che, oltretutto, ricadrebbero come detto, sulle tasche di tutti i cittadini. Gli amministratori non capiscono che c’è necessitò di attirare turisti e visitatori occasionali. Le persone a Civitanova cercano il lusso o quanto meno la qualità, differenziandosi dai paesi confinanti quali Porto Sant’Elpidio e Porto Recanati. Invece la mentalità politica è miope e non dà merito alla città. Ricordano tutto il cartellone enorme esposto all’uscita dell’autostrada durante i lavori di realizzazione del Corso. Riportava la scritta: < Il futuro…in corso >; bisogna vedere di quel futuro parlavano ”

Ultima domanda. Le hanno rinfacciato anche il fatto di aver scelto a suo difesa l’Avvocato Stefano Ghio, di sinistra e quindi con preconcetti nei confronti dell’Amministrazione. Come vuole rispondere?

Un’altra assurdità che intendo respingere. Ghio era già il mio legale e non capisco la strumentalizzazione politica dell’incarico. Inoltre, se poi vogliamo, sono libero di scegliere chi voglia senza limitazioni, almeno questo è il sale della democrazia.

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